Torna alla Home Page
/public_html/
Manda una e-mail al "Madonna"
Master News 1 - marzo 2014 - pagina 1

MondoFondo

la presentazione delle Granfondo

preparazione consigli ed occasioni

Pagina 1

Pagina 2

Pagina 3

Pagina 4

Pagina 5

La stagione è iniziata, come sempre a Laigueglia, con la Granfondo organizzata ormai da 15 edizioni dal lombardo G.S. Alpi, che ha portato sul lungomare della cittadina ligure ben 3.000 cicloamatori, ansiosi di mettersi alla prova nella stagione 2014.

Nonostante la frana, che dal 19 gennaio impedisce il transito su Capo Mele e che ha costretto Comune ed organizzatori ad apprestare una deviazione nella parte terminale del percorso – concluso comunque sullo strappo di Colla Micheri – 2.700 ciclisti hanno concluso quella che, per molti, è stata la prima vera fatica dell'anno, con circa 100 km di lunghezza e 1.200 mt di dislivello.

Numeri di chilometri e dislivello che già impegnano, pur dopo un inverno che – pioggia a parte – ci ha comunque regalato un clima mite e tante possibilità di uscite in compagnia e qualche serio allenamento.
Serio allenamento sì, perché Laigueglia è per molti la vera 'prova crampi', che sono sempre in agguato nei tratti di falsopiano, quando i chilometri crescono ed il ritmo non è quello delle pedalate in compagnia. Una prova – come tutte le prime – da affrontare quindi senza ansia di risultato, ma come primo test della propria condizione, certamente ancora lontana dal nostro meglio, riservato alle prove alpine di giugno e luglio.

Ed allora per chi non abbia voluto o potuto iniziare in Liguria, una proposta seria diventa la Granfondo Dolci Terre di Novi, fissata al 13 aprile 2014 e che porta a pedalare nei luoghi della più profonda memoria ciclistica, come Castellania e la stessa Novi con il suo Museo dedicato ai Campionissimi, con chilometraggio ed altimetria abbordabile da chiunque.

Poi, sempre volendo restare in Piemonte, a maggio si impone la Bra Bra, notissima e spettacolare granfondo che si snoda fra Langhe e Roero, abbordabile nel medio e certamente impegnativa nel lungo, ma vera prova di inizio della nostra personale crescita che deve condurci ad affrontare dislivelli impegnativi senza mai pentirsi di aver preso il via, come accadrà nella neonata Granfondo del Galibier (rimedio ai molti che non hanno potuto iscriversi alla consorella francese Marmotte) o l'ormai classico appuntamento all'ombra del Monte Bianco, fissate rispettivamente al 1° giugno ed al 20 luglio 2014, prima della meritata pausa estiva.

Insomma un possibile cammino di avvicinamento, sperando nel sole e nella voglia di affrontare nuove sfide o ripercorrere strade note, magari a fianco di nuovi amici. Via quindi con le prime salite vere, magari affrontate dopo avvicinamenti in pianura medio-lunghi (tipo Torino - Piossasco - Cumiana - Colletta - Giaveno - Valgioie - Colle Brayda - Avigliana - Rivoli - Torino), così da incrementare fondo e resistenza in salita in uscite che debbono avvicinarsi ai 100 km per affrontare serenamente la distanza delle prime granfondo, riservando il vero problema al c.d. ritmo di gara, ben più difficile da allenare se non in compagnia di amici del nostro livello o di uno di poco superiore, magari inserendo nell'uscita tratti tirati e che comprendono parte di pianura a ruota o ancor meglio in gruppo ed una salita affrontata senza risparmio.

Certo il tempo per un caffè resta, ma dopo il lavoro, perché anche nelle Granfondo ci si ferma ai ristori, ma dopo e non prima delle salite più impegnative.

Da ultimo un consiglio; per partecipare ad una Granfondo, per molti di noi – e soprattutto per quelli che possono vantare un vero passato agonistico e non si sono rivolti al mondo amatoriale come loro primo impegno di gara – ancor prima di ritmo e cadenza, soglia ed integratori, è fondamentale una cosa ... dimenticare, dimenticare i tempi in cui si correva nel verde degli anni, i risultati ottenuti e la stupenda sensazione dell'alzare le braccia all'arrivo.

Dimenticare ciò che si è stati per poter essere ancora e ciò che si è ottenuto per poter ancora ottenere, perché oggi si è semplicemente diversi … e nulla è più pericoloso in bici che guardare indietro.

Ed allora ci si può buttare in una dimensione nuova, dove arrivare è già una vittoria, dove essersi divertiti conta più del tempo impiegato a farlo, perché – diciamola tutta – vincere forse non potremo più, di fronte a chi ancora corre oggi come se non avesse mai smesso e può allenarsi tutti i giorni come un pro, nonostante gli anni ed il tempo che pesa comunque anche sulle sue spalle.

Quindi, liberiamoci dall'idea di partire solo se possiamo fare 'bella figura', perché ogni cosa ha il suo tempo ed a volte partire è già vincere ed arrivare in fondo varrà la più bella delle vittorie.

 
Master