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Master News 3 - maggio 2014 - pagina 1

MondoFondo

la presentazione delle Granfondo

preparazione consigli ed occasioni

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Aperta la stagione di Coppa Piemonte – che ha raggiunto la quota record di oltre 900 abbonati - dedichiamo due parole al successo della Bra Bra, la cui edizione 2014 corsa il 4 maggio ha sfiorato i 3000 iscritti, interrogandoci su quanto possa insegnare all’intero movimento granfondistico la crescente buona riuscita della prova piemontese.

Chiunque abbia partecipato a qualche granfondo – siano esse le più locali come le vere e proprie monumento – avrà capito che ben più del nome epico e roboante o del testimonial pro che pedala per dieci minuti in compagnia delle prime griglie (peraltro affollate da vip ed invitati, amici e conoscenti, ex atleti e gregari in esercizio), in fondo ciò che fa una granfondo sono il percorso e l’organizzazione, cui deve essere dedicata ogni cura perché il primo sia selettivo senza escludere i meno forti e la seconda sicura e senza pericolose incertezze.

A questo – ormai da anni sperimentato e negli anni costantemente migliorato come esperienza personale e non altro dimostra – si aggiungono poi l’elemento sicurezza e la capacità del territorio di offrire bellezze ed appeal anche per il dopo corsa o per chi non corra.

Quanto alla sicurezza, questa comincia ben prima della gara già al momento di tracciare il percorso – da scegliere con attenzione alle strade che saranno percorse, alla loro specifica ciclabilità ( … con ciò volendo significare ad esempio che la più spettacolare delle discese a picco sul mare resta una follia ciclistica) ed al loro livello di manutenzione – affidandolo poi con consawpevole previsione degli orari di passaggio e del relativo traffico agli addetti alla sicurezza, che restano comunque per numero e qualità di formazione i veri custodi di una gara serena.

Quanto al territorio, nell’anno della crono da Barbaresco a Barolo – in cui i nobili rossi piemontesi si tingeranno di rosa – come negare un plus di attenzione e richiamo anche alla granfondo piemontese che tocca proprio quei territori.

Ed allora tanto col suo percorso medio da circa 110 km quanto col ben più impegnativo lungo da 160 la Bra Bra si dimostra capace di attirare tanto gli agonisti più prestigiosi quanto una nutrita schiera di veri e propri amatori, pronti ad impegnarsi a ben altre medie orarie sulle salite brevi, ma più volte aspre, che le colline di ogni dove sanno offrire a che le percorra a pedali.

Non ultima la dimensione cittadina di Bra stessa e la sua capacità di trasformarsi nel week end di gara in un solo grande quartiere tappa, percorso da bici in ogni dove e dove le due ruote mantengono una sicura primazia anche nelle altre giornate dell’anno.

Bra ed il suo territorio stanno infatti divenendo terra di bici anche per la presenza di un piccolo museo privato e di alcuni importanti negozi dedicati al mondo del ciclismo, in numero e qualità tale da far invidia anche ai capoluoghi.

Originatasi per caso o meno, questa trasformazione è stata però oggetto nel tempo di una volontà determinata, evidente tanto a livello di singoli esercenti ed aziende del settore (basti pensare che in città oltre ad altre minori sono ufficialmente rappresentate Cannondale Bianchi Specialized Cervelo e Colnago e che le ultime due se non sbagliamo mancano del tutto in Torino …) quanto di amministrazione locale, evidentemente attenta e disponibile.

Sinergia quindi, ma anche profondo radicamento in una terra dove la bicicletta rappresenta ancora una parte non secondaria della cultura e capacità di intercettare per tempo le tendenze e saperle correttamente interpretare.

A noi quindi la curiosità di incontrarci alla prossima edizione, pronti a non patire i tornanti fra i vigneti o i fondo valle ventosi e sicuri di essere accolti da una fra le gare amatoriali che più hanno saputo integrare sport e territorio, cultura tradizionale e dimensione cittadina per offrire all’agonista come all’amatore una giornata di festa, fra l’altro accompagnata nelle ultime edizioni anche da un magnifico sole.

 
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